Come tutti quelli che hanno passato la vita a mettersi a misura una corazza, la D’Urso offre punti d’attacco inaspettati, presta minuscole porzioni di fianco in zone impensabili. Un pezzetto d’acciaio che si è scalfito per usura, un lembo d’anima che è rimasto imprudentemente scoperto. Vai a capire cosa fa tremare il labbro, a un granitico… La storia di una donna che le somiglia più di quanto sia evidente, il racconto di un dolore che ha più a che fare coi suoi tormenti di quanto ce lo possiamo immaginare noi. Se Barbara non avesse dovuto (anche) guadagnarsi la vita a unghiate, oggi non sarebbe la D’Urso: maratoneta dell’ammiraglia Mediaset, signora della Domenica, del Pomeriggio e, a breve, della prima serata di Canale 5. Se Barbara non avesse dentro (anche) quel nocciolo, se non avesse (anche), quel lembo morbido scoperto, oggi non avrebbe raccolto in un libro l’intima epopea di tante sconosciute eroine. Maltrattamenti, ingiustizie, abusi, lutti e «malamori»: di questo «parla» il suo primo libro. Di questo e del riscattato, per nulla scontato, di un lieto fine. Storie e donne di tutti i generi. Come quelle a cui parla la D’Urso ogni giorno. Perché se c’è una cosa che ha imparato a furia di unghiate, di trasferte, di ore di diretta e di anni di tv è che, per arrivare a tutti, ogni tanto bisogna profumarsi di sugo e ogni tanto bisogna profumarsi di Chanel, ogni tanto si può intervistare Francesco Rutelli, e ogni tanto si deve aprire le telecamere alla signora Carmela. (Valeria Braghieri, Il Giornale)